Il 25 gennaio 1909 va in scena all’Opera di Dresda la prima rappresentazione di Elektra, il capolavoro espressionista di Richard Strauss considerato alla radice di tanto teatro musicale del Novecento. Chi conosce Cassandra immediatamente nota le analogie sorprendenti tra le due opere. Il musicologo Giovanni Tebaldini, pur non esponendosi con accuse di plagio, parla di una comune ispirazione, di una sorta di «telepatia musicale» (titolo del saggio pubblicato nel 1909 sulla “Rivista Musicale Italiana”) che avrebbe mosso i due compositori.
Purtroppo di plagio parlano altri, il caso scoppia irrimediabilmente e a farne le spese è il solo Gnecchi. L’ostracismo che patisce è un fenomeno tutto italiano, visto che all’estero il suo nome trova spazio e con orgoglio sui cartelloni teatrali. Anche in Italia la sua musica si affida soprattutto a mani straniere, valga per tutti il nome di Willem Mengelberg, che nel 1910 dirige con grande successo il Prologo di Cassandra al Conservatorio di Milano.
Ottimo successo di pubblico e di critica ottiene anche la nuova esecuzione integrale data al Teatro Dal Verme di Milano nel 1913 sotto la direzione di Ettore Panizza, la cui eco attraversa l’oceano e crea interesse negli Stati Uniti. È così che il 26 febbraio 1914 Cassandra va in scena al Teatro dell’Opera di Philadelphia, diretta da Cleofonte Campanini. Ma l’accusa di aver plagiato Strauss rivolta a Gnecchi dai giornalisti americani, che ignorano l’antecedenza di Cassandra rispetto a Elektra, placa gli entusiasmi, suggellando un destino ormai avvelenato.