Bozzetto di Adolfo Hohenstein per i costumi de La Virtù d’Amore, Verderio 1896

La prima opera di Vittorio Gnecchi, l’azione pastorale Virtù d’Amore, viene allestita nella grande tinaia della villa di Verderio, appositamente ristrutturata a perfetto teatro, nell’autunno del 1896. Un avvenimento che ha grande risonanza soprattutto per la sontuosa messa in scena: bozzetti e figurini sono stati affidati al pittore Adolfo Hohenstein, le scene ad Antonio Rovescalli, uno dei più importanti scenografi dell’epoca.

Nell’orchestra spiccano nomi destinati a luminose carriere: il diciottenne Serafin al pianoforte, Russolo (poi esponente di spicco della musica futurista) all’harmonium, al cello Galeazzi (futuro primo violoncello alla Scala), il tenore Cannonieri nel coro e, tra i protagonisti in scena, il sedicenne conte Giuseppe Visconti di Modrone (che sarà padre del regista Luchino).

Il 12 ottobre 1896, il “Corriere della Sera” sentenzia: «Il successo fu pieno». Lo spartito dell’opera viene stampato in una lussuosissima edizione dall’editore Giulio Ricordi, che loda il giovane musicista sulle pagine della “Gazzetta Musicale”.