È l’Austria, e in particolare la città illuminata di Salisburgo, la patria adottiva di Vittorio Gnecchi.
Joseph Messner, direttore della Cappella Musicale del Duomo, gli commissiona la Missa Salisburgensis, che poi esegue per la prima volta il 23 luglio 1933. Il successo è tale che da allora Gnecchi viene regolarmente invitato a Salisburgo, in quella che è l’epoca d’oro per il Festival musicale cittadino. Rilevante, per esempio, è l’esecuzione in prima assoluta della sua Cantata biblica il 12 agosto 1934, sempre nel Duomo e diretta ancora da Messner.
Anche dopo la guerra Salisburgo si ricorda di lui e già nel 1948 è riproposta – in programma con il Requiem di Fauré sul palcoscenico del Mozarteum – la Missa, diretta ancora da Messner. L’anno successivo è poi il momento del balletto Atalanta, con musiche composte nel 1923.
Considerando che in tutti questi anni il vero re della vita musicale salisburghese è proprio Richard Strauss, appare ancora più significativo che l’unico compositore italiano presente con assiduità nei programmi del Festival accanto a grandi nomi quali Palestrina, Rossini e Verdi sia Vittorio Gnecchi, sebbene – in vita Strauss (✝1949)︎ – solo con musiche sacre.