Una foto unica ed eccezionale scattata alla fine dell’800. Da sinistra, Giuseppina Turati Gnecchi, i figli Carolina, Ercole, Amalia e, seduto, il marito Giuseppe Gnecchi Ruscone. In primo piano, la figlia minore Erminia e in secondo piano seduti, da sinistra, i figli Francesco e Antonio.


Con il fiorire dell’industria tessile, tra Sette e Ottocento, i primi grandi industriali lombardi costruiscono nella zona nordorientale della regione lussuose ville in stile neoclassico come ritiri estivi per le loro famiglie. Nella provincia di Como fioriscono così privilegiati salotti signorili in cui si imitano i fasti del rinascimento.

Nel 1848 Giuseppe Gnecchi, industriale della seta, già proprietario di una villa a Verderio (Como) acquista la limitrofa e sontuosa villa dei Confalonieri e ne fa il cuore di una famiglia che trova crescente affermazione nella società aristocratica lombarda. La moglie Giuseppina, nata dei conti Turati, si fa apprezzare per le generose donazioni al paese di Verderio, tra le quali la chiesa parrocchiale in stile neogotico.

A Milano, nel lussuoso palazzo in via Filodrammatici 10, alle spalle del Teatro alla Scala, il figlio Francesco si distingue per le doti imprenditoriali, gli interessi culturali e le qualità filantropiche. Illustre numismatico, appronta con il re Vittorio Emanuele III la compilazione del “Corpus Nummorum Italicorum”, che sostanzialmente riunisce le loro due collezioni di monete romane oggi esposte in Palazzo Massimo del Museo Nazionale Romano. In qualità di sindaco di Verderio, dota a sue spese il Comune di servizi come il municipio e l’acquedotto.