VIRTÙ D’AMORE

AZIONE PASTORALE IN DUE ATTI DI MARIA ROSSI BOZZOTTI E VITTORIO GNECCHI

La prima versione (1896)

Vittorio Gnecchi appena diciannovenne compone il suo primo importante lavoro, un’operina bucolica, per ragazzi, messa in scena il 7 ottobre 1896 nel teatrino della Villa Gnecchi a Verderio. Musica solo le arie, lasciando i recitativi alla prosa.

La seconda versione (1942)

Dopo oltre quaranta anni, in piena Seconda Guerra Mondiale, Gnecchi riprende e rielabora l’opera della sua gioventù. Musica i recitativi e rivede le arie, cambiando anche parti del libretto. L’opera è poi ceduta alla Ricordi che pubblica la partitura ma non lo spartito, e viene dimenticata.

CAPITOLO 1

La trama

Suddivisa in due atti, l’opera narra dell’amore del giovane pastore Amida per Linda, figlia del cieco Agasto. Dopo una vittoriosa caccia a un lupo feroce, Amida dichiara il suo amore ma la ragazza respingendolo gli promette che lo sposerà solo se riuscirà a portarle l’acqua magica del Monte Nero, che può ridare la vista al padre. Amida implora l’aiuto degli Dei. In suo soccorso interviene la Virtù d’Amore, che gli incute fiducia. Al suo ritorno con l’acqua magica, Linda gli confessa il suo amore.

CAPITOLO 2

Dalla festa all'oblio

La presentazione è una festa fastosa, alla quale partecipa tutta l’alta società milanese. La Ricordi pubblica lo spartito in edizione di lusso. Altrettanto ricco è il libretto, un vero gioiello, con disegni di Adolfo Hohenstein, all’epoca scenografo alla Scala e direttore artistico delle Officine Grafiche Ricordi, autore dei bozzetti per le scene e dei figurini per i costumi.

Antonio Rovescalli realizza per l’occasione le scene a completo panorama senza quinte, una soluzione che adotterà l’anno successivo per la prima scena del Tristano alla Scala.

Nel libro della cronaca famigliare si trova una narrazione estesa dell’evento, al quale sono invitati tutti i critici musicali di Milano che si esprimono con plausi unanimi per questo primo semplice lavoro del giovane compositore.

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